Posts Tagged ‘A Perfect Circle’

ROS, LEISS, QUASI, BE A BEAR: SINGOLI

Ros

Normosuper

Torna il trio toscano composto da Camilla Giannelli, Lorenzo Peruzzi e Kevin Rossetti, fattosi conoscere sul palco di “X-Factor”, preso poi da Manuel Agnelli sotto la sua ala protettrice, intraprendendo la consueta gavetta a base di live di supporto a band anche importanti (Bad Religion, A Perfect Circle).

‘NormoSuper’ è un tipico ‘grido di malessere generazionale’, incentrato sul sentirsi fuori posto, appunto né ‘normali’, né ‘speciali’… l’idea di fondo è che a sentirsi così dopo tutto non siano poi in pochi.

Chitarre sferraglianti, un cantato femminile che evoca certe ‘riot girl’ di metà anni ’90, un’attitudine da ‘punk dei giorni nostri’

La band conferma l’impressione positiva del precedente singolo, anche se qui tutto sembra più ‘canonico’ e un po’ scontato.

Leiss

Sarta delle Stelle

Cosmophonix

‘Letizia E I Suoi Sogni’, ovvero Leiss, acronimo scelto dalla giovane cantautrice cuneese Letizia Barbetti.

Il suo nuovo singolo, accompagnato da un suggestivo video firmato da Giorgio Piva, la vede ‘tessere i fili’ lasciati ingarbugliati da relazioni sentimentali che si sono, appunto, sfilacciate, cercando magari di ricreare una sorta di ‘tela’ in cui il rapporto con l’altro possa partire da una maggiore considerazione di sé, dal non accontentarsi e soprattutto dal non esporsi a delusioni per essere magari stati troppo remissivi.

Una lettera sui sentimenti a destinatario ignoto che prende le mosse dalla leggenda greca del Minotauro e da quella giapponese del ‘Filo Rosso’ (Akai Ito), per un pezzo che, per riferimenti ‘colti’ e riflessioni,

si distingue rispetto a tanti brani usa-e-getta all’insegna del ‘quotidiano spiccio’ offerti da tante giovani aspiranti ‘stelle’.

Leiss sembra avere qualcosa in più da dire.

Quasi

A Casaccio

Gotham Dischi / Artist First

Esperienza Fulvio Felici da Roma, classe 1991, ne ha accumulata parecchia: dagli esordi punk rock sui banchi delle superiori, proseguiti poi nel corso di una parentesi trascorsa negli Stati Uniti, passando per tentativi rap una volta tornato in Italia, e ora il progetto Quasi, che lo vede in versione cantautorato pop.

Secondo singolo di questo nuovo capitolo ‘A Casaccio’ è dedicato alla futilità di certe conversazioni, non solo ‘social’ caratterizzate da frasi di circostanza senza un vero interesse.

Pezzo che può avere un suo appeal, pur senza impressionare.

Be A Bear

Mr Dust (Badlands Remix)

Il Piccio Records

Si comincia col bolognese Filippo Zironi e il suo progetto Be A Bear, che lo vede salire sul palco mascherato da orso a proporre un elettropop dalle ascendenze ‘eighties’; si prosegue con Catharina Jaunviksna, producer svedese e col suo progetto Badlands, all’insegna di synth e campionamenti.

L’incontro tra i due dà come risultato questa versione dell’originale ‘Mr Dust’, in cui a prendere il sopravvento è una sensazione di vaga malinconia, che può ricordare alla lontana certi pezzo di Robert Miles.

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NOIR PROJECT, “SAVED” (MERVILTON RECORDS / LIBELLULA DISCHI)

Sei anni di gavetta, due Ep e una discreta attività dal vivo alle spalle, i torinesi Noir Project tagliano il traguardo del primo lavoro sulla lunga distanza.

La formula è quella di un metal contaminato da elementi ambient, prog e vagamente avanguardistici, memore della lezione di band come Tool, A Perfect Circle, Isis (il nome non spaventi: si tratta di un’omonimia, la band esisteva peraltro da ben prima che i tagliagole salissero alla ribalta) e compagnia bella. La band a dire la verità cita tanche la cosiddetta ‘intelligent dance’ tra le sue fonti di ispirazione, ma trai dieci brani “Saved” questa è forse l’influenza meno evidente, pur se il disco è caratterizzato anche da una componente elettronica, dalle sfumature industriali, frutto di synth, tastiere ed effetti vari.

Il sestetto torinese, comunque, dimostra di saperci fare: pur non aggiungendo nulla di sostanzialmente nuovo al genere, dimostra per lo meno di averne ben assimilato i principi, riuscendone a dare una versione, se non originalissima e stilisticamente ancora un po’ acerba, comunque gradevole.

Dilatazioni e digressioni in luogo dei consunti solismi metallari, per un lavoro che appare finalizzato alla costruzione di uno scenario sonoro d’insieme, più che a dare risalto ai singoli pezzi.

Un cantato che mescola rabbia sofferenza, spesso espresse in modo quali lancinante, racconta di scenari onirici ai confini (e talvolta oltre) dell’incubo, momenti quasi claustrofobici, favole più o meno oscure, fino alla classica dicotomia, morte / nascita che caratterizza i due brani conclusivi.

Un disco dotato di una sua certa coerenza interna, di una discreta solidità strutturale di fondo, che scorre anche abbastanza agevolmente, ma che alla lunga paga forse la mancanza di un apice, di uno o più brani che possano spiccare sul resto.

I Noir Project superano la prova del primo full length abbastanza agevolmente, anche se resta da fare qualche passo in più nella ricerca di un’impronta stilistica più personale.