Un esordio quasi casuale, la proverbiale situazione in cui si scrive e si suona se non solo per sé stessi comunque per ‘pochi intimi’ e grazie al passaparola si finisce per avere tra le mani il proprio primo disco.
Pattoni (che di nome fa Mattia, ma si presenta col solo cognome), propone così questi nove brani (tra i quali due strumentali) che risentono prevedibilmente della dimensione ‘domestica’ nella e per la quale sono stati concepiti.
Voce, chitarra e poco altro per un lavoro dominato da quella ‘poesia dell’ordinario’ che trae la propria suggestione da momenti all’apparenza trascurabili: di gioia verso la vita e malinconia, di solitudine e, immancabilmente di affetto, sia nello stare insieme che nella lontananza.
Centrale il cantato, essenziale e inserita con discrezione la quota strumentale, che a tratti può ricordare alla lontana i Coldplay più ‘intimisti’ e acustici.
Un esordio che, nato per un pubblico ristretto, quasi ‘casalingo’, si ‘affaccia al mondo’ in modo forse non totalmente voluto, conservando così una buona dose di veracità.
Posted by wwayne on 22 marzo 2020 at 16:46
Anche questa canzone è piena di poesia:
Ti piace?
Posted by crimson74 on 22 marzo 2020 at 18:53
Non sono proprio il mio genere… 🙂
Posted by wwayne on 22 marzo 2020 at 18:55
Apprezzo il fatto che tu mi abbia risposto in maniera sincera anziché con un “Carina” di circostanza. Grazie per la risposta! 🙂