‘Estetica’ come ‘esperienza emotiva’, in contrapposizione al, concetto oggi prevalente, di puro insieme di ‘dati formali’.
I non avvezzi alla filosofia potranno trovare ostico il concetto, tuttavia ogni tanto c’è anche bisogno che qualcuno rifletta sulle motivazioni del ‘fare musica’.
È il caso di Juri Panizzi, chitarrista e compositore con vari progetti e collaborazioni all’attivo (tra cui Gianni Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso).
Qui lo troviamo in quattro lunghe composizioni (in un caso si superano i 14 minuti ( per chitarra solista – elettrica e acustica – con isolati inserti si synth e piano, il ricorso alla loop station, l’utilizzo di registrazioni ‘d’ambiente’.
Varie le suggestioni di partenza: l’abbandono della macchina per immergersi nella natura, la forza dirompente del sopraggiungere di un’idea, la necessità che a volte si presenta di un taglio netto col passato e una storia d’amore, ispirata a “La leggenda di Olaf” di Roberto Vecchioni.
Disco dilatato, ‘ambient’ è termine abbastanza immediato, con allusioni blues e qualche reminiscenza prog.
Varie soluzioni tecniche – l’uso dell’archetto, l’alternanza tra i canali stereo, il ricorso ad accordature alternative – accrescono la varietà della grana sonora del disco.
Uno di quei lavori dai quali lasciarsi avvolgere ancora più che in altre occasioni, anche per dare compiutezza all’obbiettivo di ‘esperienza estetica’ voluto dall’autore.