Terzo disco per il progetto portato avanti da Aldo Betto (chitarra), Blake C. S. Franchetto (basso) e Youssef Ait Bouazza(batteria e percussioni), con l’apporto – pur se solo in alcuni degli otto pezzi presenti – della voce di Chris Costa, ed è la novità più importante rispetto a una formula che rimane comunque saldamente ancorata alla sola espressione strumentale.
La proposta resta quella evocata dal nome del progetto: una sorta di ‘funk da spazi aperti’, che parte dal consueto inesausto pulsare del basso, accompagnato da chitarre che, conservando anch’esse un sapore tipicamente seventies, lanciano flirt con l’hard rock, a volte andando a lambire territori prog o space, accennando derive psichedeliche o escursioni in territori blues; resta costante, sotto traccia, l’attitudine jazzistica per le svolte improvvise, né si rinuncia a una corposa componente etnica, tra spezie mediterranee, africane e caraibiche, fino a sfioramenti dub.
Il pasto è insomma ottimo e abbondante, le portate dense di sapori, per un disco che sa rivelare a ogni ascolto dettagli precedentemente sfuggiti.
Posted by sherazade on 23 settembre 2018 at 09:00
Sì ma allora il brutture moderne a cosa viene riferito.
Da quel che tu scrivi però mi sembra un po’ troppo pieno di genere un po’ spaesante appena posso sentirò anch’io.
Buon inizio autunno Caro Marcello!
shera
Posted by crimson74 on 23 settembre 2018 at 11:42
È l’etichetta che produce il disco!!! 😀
Posted by sherazade on 23 settembre 2018 at 13:49
ah capisco 😊
Posted by smilepie on 25 settembre 2018 at 07:36
indagherò in rete.. ; D
Posted by crimson74 on 25 settembre 2018 at 11:31
Cerca, cerca… 🙂