Una storia d’amore che nasce, si sviluppa e inevitabilmente si conclude, il tutto all’ombra delle strade e delle piazze torinesi.
Fabrizio Longobardi ha un passato punk, ma ha deciso di abbandonare quei lidi sonori e di darsi una nuova identità, quella de ‘Il Solito Dandy‘, giungendo a questo disco d’esordio.
Nove brani all’insegna di un pop nelle intenzioni radicato nei ’90, ma che negli esiti, almeno ai più ‘grandicelli’, non può non ricordare gli ’80, anche e soprattutto a causa delle onnipresenti tastiere, vero carattere distintivo dei suoni proposti dal ‘dandy’.
Atmosfere dominate da un filo di tristezza tra parentesi ‘accorate’, momenti di maggiore rabbia – a tratti di frustrazione – come in ogni storia d’amore che si rispetti, in particolare quelle più ‘vive’ e travagliate, tra omaggi a star del cinema (‘Owen Wilson’), metafore pubblicitarie (‘Dentifricio per cuori sensibili’), luoghi – simbolo (‘Vittorio Emanuele’).
“Il Solito Dandy” mette insieme un lavoro forse a tratti limitato da un filo di monotonia dei suoni, ma la cui scrittura appare sulla buona strada per trovare un’impronta autonoma e originale.
Posted by sherazade on 14 dicembre 2017 at 10:12
vedremo… meglio sentiremo!
sheratuttogrigioscuro