EUGENIO RODONDI, “D’UN TRATTO” (PHONARCHIA DISCHI)

Terzo lavoro sulla lunga distanza per il torinese, classe 1988, Eugenio Rodondi.

Storie d’amore, essenzialmente, in questi nove brani: si comincia dalla fine di un’estate, metafora di una storia, che conclusa la prima, travolgente, fase dell’innamoramento, deve trovare una sua strada; si prosegue, così, tra rilfessioni, incertezze, storie vissute o solo immaginate, momenti di dubbio, amori in corso d’opera o conclusi, fino a ritornare all’estate, con un temporale, momento ‘di rottura’ e nuovo inizio.

Un cantautorato che può ricordare tanti illustri predecessori senza ricondurre direttamente a nessuno, mentre la produzione di Nicola Baronti conferisce profumi anni ’70, qua è là con riferimenti espliciti (leggi, tra le altre, alla voce: Beach Boys), tra parentesi acustiche e un’elettricità a tratti ruvida, con vaghi accenni noise, una spruzzata di elettronica.

Interpretazione sempre vagamente disincantata, a tratti un filo dolente, ma senza rinunciare a un filo d’ironia.

Un lavoro che, pur conservando un certo dinamismo tra brano e brano, finisce per risultare un po’ monolitico, facendosi forse sentire la mancanza di qualche variazione in più rispetto alla tematica sentimentale.

4 responses to this post.


  1. Taluni anche se talentuosiì hanno il problema di essere nati a carte già date.
    Sherastaxpioverediconogliesperti

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