ALLA RICERCA DI UN PRESIDENTE

‘Sta storia dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica mi ha già ampiamente stufato: da Renzi, presunto ‘grande innovatore’ della politica italiana, ci si sarebbe potuti aspettare un atteggiamento diverso rispetto al passato, più esplicito e meno scontatamente ipocrita; invece, niente: per l’ennesima volta ci troviamo di fronte al solito giochino, ad uso e consumo dei giornali, alla consueta sfilza di nomi, ai ‘borsini’ dei supposti candidati che salgono e scendono…

Un’ipocrisia che si sta ripetendo uguale ed identica al passato, le vittime della quale, più o meno consapevoli, sono i cittadini, presi per i fondelli dalla classe politica: l’elezione del Presidente della Repubblica è, insomma, ‘cosa loro’, noi comuni mortali, più o meno interessati alla questione dobbiamo abbozzare, inermi. Certo, non sta scritto da nessuna parte che il popolo italiano debba essere portato a conoscenza dei ‘veri candidati’: ma è nei fatti che ormai la Presidenza della Repubblica non è solo un incarico onorario; la Presidenza Napolitano ha rappresentato un enorme salto di qualità, nel ruolo che il Presidente assume nella politica italiana: non siamo più di fronte ad un protagonismo popolare in stile Pertini, o ad esternazioni à la Cossiga; Napolitano ha fatto e disfatto Governi più o meno come gli è parso e piaciuto; non metto in discussione la buona fede, né la costituzionalità del suo comportamento, non faccio nemmeno polemica sul modo in cui ha trattato una formazione come M5S, la più votata alle ultime elezioni; tutto perfettamente valido e regolare, ma resta il fatto che a stabilire la strada intrapresa dai Governi italiani negli ultimi due anni sia stato praticamente solo lui.

Difficile pensare che il successore di Napolitano faccia un passo indietro: dubito – anche se Renzi credo lo desidererebbe fortemente – che chiunque venga eletto se ne resti lì buonino a firmare le leggi al Quirinale e a girare l’Italia tenendo i solisti discorsi… A fronte quindi, di un ruolo del Presidente della Repubblica uscito profondamente modificato dagli anni di Napolitano, credo che un coinvolgimento maggiore della cittadinanza sarebbe necessario: non dico che il Presidente dovrebbe essere scelto in base ai sondaggi, penso piuttosto che sia abbastanza misero che a pochi giorni dall’avvio delle elezioni non vi siano ancora candidati precisi; si dice che non si fanno i nomi ‘per non bruciarli’, si tengono le ‘carte coperte’ fino all’ultimo momento; ma scusate, sarebbe così scandaloso fare un nome dieci giorni prima e portarlo fino alle elezioni? O si ritiene di essere così deboli da non riuscire nemmeno a difenderlo? Evidetemente, quest’ultimo è il caso, visto pure cosa è successo con Prodi l’ultima volta.

Almeno bisogna dare atto al centrodestra di averlo fatto un nome, quello di Martino, candidato ‘di bandiera’ o meno, con zero possibilità di venire eletto, ma almeno è un nome; per il resto, il nulla o quasi: Salvini ha snocciolato una serie di nomi buttati lì a casaccio, tanto per buttarla in caciara; la ‘minoranza’ del PD, pronta all’altolà contro il ‘candidato del Nazareno’, è stata altrettanto incapace di offrire un’alternativa (così sono capaci tutti); certo, Civati ha pubblicamente sostenuto Prodi, ma non si mai capisce se Civati parli a titolo personale o quanta parte del PD rappresenti; il fatto è che la ‘minoranza del PD’ sembra costituita da un conglomerato di voci dissonanti (Bersani, Cuperlo, Fassina, Civati e via discorrendo), accomunate dal solo voler rompere le scatole a Renzi, ma prive di una prospettiva organica.

A malincuore devo sottolineare come persino i Cinque Stelle, che due anni fa con la scelta di Rodotà rischiarono seriamente di far saltare il banco, si sono ‘astenuti dalla lotta’, nascondendosi dietro a un timido ‘tanto i nomi che facciamo non vanno bene, quindi inutile farli’, togliendo ulteriormente spinta e forza a quel principio di ‘democrazia della Rete’, zoppicante e perfettibile quanto si vuole, ma che in fondo aveva rappresentato una delle novità più interessanti offerte dal MoVimento (piccolo excursus: mi chiedo se ad esempio organizzare certe primarie via Internet non sarebbe costato al PD meno soldi, ottenendo nel frattempo risultati più affidabili).

Inutili di certo, e anche abbastanza ridicole, sono le ‘consultazioni’ che Renzi porterà avanti nei prossimi giorni: è il solito suo ‘modus operandi’: faccio finta di ascoltare tutti, ma poi mi faccio i ca**i miei; ‘ca**i’ condivisi, in questa come in altre occasioni, con Berlusconi: alla fine, il nuovo Presidente della Repubblica sarà deciso da due ‘giganti’ del calibro di Renzi e Berlusconi, cui andrà appresso l’intera, infima, classe politica italiana, composta da parlamentari nominati e non eletti da nessuno: già questo basterà a privare di autorevolezza qualsiasi scelta verrà compiuta, fosse perfino un individuo indiscutibile come Muti, Rubbia, Carandini o Settis.

Non mi esercito nella tiritera sui nomi: personalmente ritengo che l’unico che andrebbe bene un po’ a tutti – PD maggioranza e minoranza, Berlusconi, perfino buona parte di M5S – sarebbe Grasso; agli altri, per me pari sono, con l’eccezione di Amato che riterrei una iattura e un’ammissione definitiva di sconfitta da parte dei politici della ‘II Repubblica’, nei confronti del vecchio status quo socialista / democristiano.

A quel punto davvero meglio scegliere tra Magalli, beniamino del pubblico televisivo e Rocco Siffredi, che tanto ha innalzato il vessillo dell’Italia anche all’estero… oppure, rivolgersi direttamente ai poteri criminali che spesso in Italia contano molto più della politica e quindi prendere in considerazione un ‘Cecato’ Carminati o un Messina Denaro.

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11 responses to this post.

  1. vedrai sarà ennesimo impresentabile e come ultima volta dall’urna uscirà il nome di rocco giusto solo x fare fare una risata alla camera.. ne ho talemente le scatole piene che preferire Magalli il cittadino della porta accanto piuttosto che il solito venduto al potere.

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  2. Chissà se Renzi sa ~ ex giovane ragazzo dei quizz ~ che prima di lui fu Diogene a cercare l ‘ uomo?
    Sherancheunadonnatrovandola

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    • #Shera L’unica donna che in Italia ha le doti necessarie è Emma Bonino, esclusa dalla corsa per i noti problemi di salute; altrimenti, Fabiola Giannotti del CERN, ma dubito accetterebbe…

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      • Cri se dovessimo scegliere nel ricco mondo delle scienze e della cultura qlc di più’ ‘famoso’ da Muti a Piano già senatore a vita con un minimo di conoscenza degli ingranaggi. La Bonino sta male è mi dispiace molto per lei.
        Io credo nelle nostre condizioni di caos serva una persona con un back ground politico in grado di nn essere manipolato. Il meno peggio ? Siamo alle solite. Rosi Bindi.
        Sheraciaonelsolemaldigola

      • @Shera: dopo aver passato Capodanno a letto, ed aver fatto i conti per due settimane con i postumi, adesso sono di nuovo intasato… forse dovevo recuperare, visto che erano due anni che non mi prendeva… 🙂

  3. Personalmente mi pareva illusorio attendersi da Renzi un atteggiamento diverso sull’elezione del Presidente della Repubblica, non per questioni sue personali, quanto perché è la procedura stessa dell’elezione a rendere necessarie queste cautele, che spesso arrivano speculazioni giornalistiche e segretezza esagerata.
    Troppi sono i presidenti “entrati papi ed usciti cardinali”: fra scrutinio segreto, franchi tiratori e maggioranze, gli equilibri sono davvero sottili e pubblicizzare un nome in modo esplicito significa solo bruciarlo.
    Certo è brutto non avere maggiori certezze, lo riconosco io stesso.
    Ma non funziona, dai: lo si è visto in tutta la storia della Repubblica. E non solo in Italia.

    Più di tutto non sono d’accordo sul fatto che Napolitano ha “fatto e disfatto governi come gli è piaciuto”: Napolitano ha agito entro i limiti della costituzione ed i governi hanno ottenuto la fiducia dal Parlamento.
    Come è stato ben detto, il Presidente è un organo “a fisarmonica” che estende il proprio ruolo quanto più la politica è incapace di autogestirsi.

    Aggiungo: tutti i Presidenti hanno avuto un ruolo più o meno attivo (vedere il bel articolo di Michele Ainis sull’ultimo numero de L’Espresso).

    Su Civati: Civati rappresenta una mozione ed una parte del PD (Tocci, Mineo, Schlein…) e se ha fatto un nome, lo ha fatto per conto di tutti. Quei voti ci sono e potrebbero pesare.
    Su M5S: per quanto non sia un fan della “democrazia della rete”, che non mi convince, ho trovato anche io molto grave il non-adottare questo metodo in questa occasione. Se ci si da un metodo, un principio, occorre seguirlo fino in fondo.

    Sui nomi che fai: trovo che Amato soffra il grave problema di essere appena stato nominato giudice costituzionale (idem Mattarella); Grasso è stato magistrato e credo che un Presidente (che presiede il CSM) dovrebbe essere esterno alla magistratura. Tuttavia, son convinto che sia meglio un Presidente con esperienze istituzionali, piuttosto che un semplice cittadino, pur di alti meriti, appunto perché il Presidente ha un ruolo costituzionale fondamentale e potenzialmente assai esteso. Se non avesse le giuste competenze, potrebbe -allora sì- divenire facile marionetta!

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  4. Posted by luigi on 28 gennaio 2015 at 08:23

    l’errore l’hanno fatto i 5 stelle a sfilarsi…potevano candidare Prodi e andavamo a ridere poi….

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  5. Posted by luigi on 29 gennaio 2015 at 08:12

    non credo che la rete voterà Prodi….stiamo a vedere dai….

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  6. Posted by luigi on 3 febbraio 2015 at 07:55

    va bene Mattarella dai….

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