Non sono mai stato un fan di Pino Daniele: l’unico ricordo biografico che in un qualche modo mi lega alla sua musica è ‘O scarrafone; all’epoca ero ai primi anni delle superiori, mi ricordo l’acquisto della mia prima ‘radiolina’ portatile e che quel brano allora veniva trasmesso a raffica dalle radio… ma è rimasto, in fondo, un caso isolato.
Certo, mi piace tanto Je sò pazzo’, anche per quel ‘non ci scassate u cazz”’ che, specie quando sei ragazzino, non puoi non accogliere con una sana ilarità, e questo mi porta a considerare come in fondo ci siano stati due Pino Daniele: il primo è quello, se vogliamo, della ‘sperimentazione’, del blues e del jazz mescolati con la canzone napoletana, spesso col dialetto; il secondo è quello che, dagli anni ’90 in poi, sembra aver progressivamente cessato la ricerca, pur non perdendo le sue influenze sonore, ma ‘accontentandosi’ se vogliamo di dedicarsi a quella canonica ‘musica leggera’ che da noi va per la maggiore, canzoni per lo più volte al sentimentale, con una ‘confezione’ che le rendeva brani adattissimi a scalare le classifiche… un Pino Daniele sempre più ‘sentimentale’ che non ricordava granché quello che ai tempi cantava “Masaniello è tornato…”
Ciò che più dispiace è che, per quanto amato ed osannato nella sua Napoli, Pino Daniele non sembra aver lasciato degli eredi: per trovare degli emuli, che cerchino di riprendere se non altro a livello ‘concettuale’ l’idea di mescolare la tradizione napoletana con altri generi, bisogna andare a cercare nel sottobosco: se vi capita, andatevei ad ascoltare The Gentlemen’s Agreement o ‘A 67; ma poi devo concludere che oggi se si sommano le parole ‘Napoli’ e ‘musica’, l’unico risultato di rilievo si chiama Gigi D’Alessio prodotto di un genere ‘neomelodico’ sempre imperante, quanto molesto; e allora forse, il vero rimpianto che lascia la scomparsa di Pino Daniele è quello di un’eredità (almeno quella della prima parte della sua carriera) che nessuno o ben pochi (probabilmente destinati a rimanere nell’ombra) hanno saputo raccogliere.
Posted by sherazade on 5 gennaio 2015 at 18:03
Maddai 😦 oggi ho trottato come una pazza e non lo sapevo. Ebbene mi dispiace molto molto e molto. Di sguincio ho visto che era da qualche parte per fine anno.
Non capivo perchè tu parlassi di lui.
sheranomorewords
Posted by crimson74 on 5 gennaio 2015 at 18:13
@Shera: beh, c’era scritto ‘R.I.P’…
Posted by sherazade on 5 gennaio 2015 at 18:16
ok, sì ma nn ci ho fatto caso. Ci ripenso e continua a dispiacermi molto.
Mi viene in mente la colonna sonora del film di Troisi Credevo fosse amore, ‘Quando’, insomma uff
Posted by smilepie on 7 gennaio 2015 at 07:52
detta fuori dai denti penso che molti farebbero la firma x morire di colpo che magari dopo anni di cure e sofferenze.. certo, l’età, colpisce per quello.
da un punto di vista musicale proprio nn era nn è il mio genere come nn lo è nessuno dei cantanti napoletani, xò era un bravo chitarrista.
Posted by luigi on 7 gennaio 2015 at 08:37
lo ascoltavo all’inizio della carriera, poi non più…mi stupisce questo profondo affetto postumo da parte di gente che magari manco sapeva chi fosse…
Posted by crimson74 on 7 gennaio 2015 at 10:26
@Luigi: queste manifestazioni d’affetto che diventano anche un po’ uno ‘spettacolo’ sono tipiche di queste occasioni; non giudico sulla sincerità; sottovoce, dico però che se Pino Daniele se n’era andato da Napoli un motivo ci sarà stato e che il problema sia che la sua ‘lezione’ è stata ben poco appresa, se oggi ad essere osannato è Gigi D’Alessio…
Posted by luigi on 8 gennaio 2015 at 07:54
Purtroppo concordo con te…Gigi D’Alessio, mi fa impressione solo nominarlo