Ai Fragil Vida di sicuro non manca l’autoironia: così un aneddoto che altri avrebbero volentieri dimenticato – un bambino che, beata innocenza, nel bel mezzo di un concerto sale sul palco e si impadronisce del microfono – la band emiliana fa invece nascere il titolo del suo quinto album.
Già, perché è parecchio che i Fragil Vida sono in circolazione: dal 1997 per la precisione: un progetto anagraficamente quasi maggiorenne, ma che la maturità tecnica e stilistica l’ha raggiunta da un pezzo, tra cambi di formazione, innesti aggiuntivi ed un percorso che li ha portati a concentrarsi sulle loro performance dal vivo, dove la componente scenica e teatrale ha acquisito un peso molto simile a quella squisitamente sonora.
Per questo, parlare dei Fragil Vida solo per la loro musica potrebbe risultare un po’ riduttivo… ma d’altronde è anche vero che quando un disco viene pubblicato, tende a ‘vivere di vita propria’… filosofia a parte, in questo loro quinto disco i Fragil Vida confezionano quindici brani che si aprono col ricordo del terremoto dell’Emilia e si chiudono con una lirica evocazione dell’alba; in mezzo, omaggi a De André e ad eroi loro malgrado come Vittorio Arrigoni, parentesi sentimentali, sguardi sulla società e spunti autobiografici, in un disco che dunque offre una gamma discretamente variegata di riflessioni.
Ampi anche i riferimenti sonori, a cominciare dal classico cantautorato italiano a certe sue commistioni con la canzone popolare, il folk, certe orchestrazioni da ‘banda di paese’, con effetti che sfiorano la giocosità circense, per arrivare al rock, genericamente inteso: è il frutto di un ensemble musicale il cui nocciolo, costituito dai fratelli David e Daniele Merighi e da Diego Gavioli, è attorniato da un manipolo di collaboratori, costanti od occasionali, a comporre formazioni ‘variabili’, in cui a fianco dei consueti chitarra, basso e batteria, si trovano tastiere e fiati, occasionalmente qualche arco.
L’esito è quindi un disco più che mai vario per suoni, suggestioni e temi trattati, che riesce così a mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore e che si mantiene su livelli più che dicreti, senza palesi passaggi a vuoto. Insomma, checché ne dica qualcuno, la musica dei Fragil Vida tanto shifo non fa… e se proprio non dovessero piacervi, beh, non lamentatevi, del resto il titolo del disco vi avrebbe dovuto mettere in guardia…
Comunque, per chi volesse risolvere la questione, il disco lo si può ascoltare qui.
Posted by sherazade on 12 aprile 2014 at 18:12
sisì..capisco…mmm…quantunque…no, sì…intendevo…ma
sherabuonadomenicamettiamolacosì
Posted by crimson74 on 13 aprile 2014 at 08:02
@Shera: vabbé… 🙂
Posted by happysummers on 13 aprile 2014 at 13:07
Posso solo lasciarti un saluto e un “commento” penoso perché non conosco questi Fragil Vida, non li ho nemmeno sentiti nominare 😦
Posted by crimson74 on 13 aprile 2014 at 14:19
@Happy: non preoccuparti, sono poco conosciuti in generale… spero la recensione ti abbia messo almeno un minimo di curiosità…. 🙂
Posted by misterk3 on 14 aprile 2014 at 14:08
Bel post, mi piace!
Posted by crimson74 on 14 aprile 2014 at 16:56
Grazie!!
Posted by misterk3 on 14 aprile 2014 at 16:58
grazie a te 🙂 se ti va potremmo seguirci a vicenda 🙂