Nato nel 2011, il progetto WorldService Project, si è fatto apprezzare da pubblico e critica attraverso un’intensa attività dal vivo, culminata con la pubblicazione dell’esordio sulla lunga distanza.
Ritroviamo ora il quintetto inglese guidato da Dave Morecroft in questo nuovo lavoro, che si addentra ancora una volta negli sfumati territori a cavallo tra jazz ed avanguardia, all’insegna della sperimentazione; nove composizioni, durata media sui quattro / cinque minuti, ad eccezione della straripante traccia conclusiva che sfora il muro dei nove.
Lo snodarsi del disco (pubblicato dall’etichetta italiana Megasound) rivela un mix di ascendenze e suggestioni abbastanza ‘classico’ per progetti del genere: dalla felice stagione del jazz elettrico degli anni ’70 alle debordanti derive zorniane, passando per la lezione trasversale di Frank Zappa, riprendendone a tratti anche gli accenti ludici, fino ad addentrarsi totalmente in territori avanguardistici nella magmatica traccia finale.
Tra fiati ‘ululanti’ una sezione ritmica che disegna ritmi frastagliati, tastiere che spesso rivestono i brani di una sottile patina ‘vintage’, a volte con qualche impressione filmica, i WorldService Project edificano una costruzione sonora forse non adatta a tutti, ma che si offre volentieri all’ascolto dei più curiosi.
Posted by sherazade on 6 aprile 2014 at 20:44
E momo che potrei dire che sembri intelligente.
Trovato ops eureka!
Buona settimana.
Sherahahohoh
Posted by crimson74 on 7 aprile 2014 at 08:22
@Shera: 😀